Tra le tante abitudini che abbiamo, quella di allacciarsi al polso l’orologio è una delle più diffuse; la maggior parte delle persone compie questo gesto meccanicamente, guarda l’ora e già da questo momento questo oggetto inizia ad esercitare la sua influenza: come una vera e propria macchina del tempo inizia a scandire i momenti della nostra vita avvisandoci quando siamo in ritardo o consolandoci sul fatto che abbiamo ancora 10 minuti da dedicare a noi stessi.
Quante volte guardiamo l’orologio non solo per sapere l’ora, ma anche per riuscire ad organizzare le nostre giornate?  Questo spazio è dedicato a coloro che non si limitano a guardare l’ora, ma osservano cosa portano al polso e magari, quando nessuno li vede, portano l’orologio all’orecchio per ascoltare il ticchettio della loro macchina.

Meccanico o al quarzo?
La scelta è soggettiva e dipende fondamentalmente dalle necessità del possessore dell’orologio.
Chi ha bisogno della precisione assoluta (ma chi ne ha veramente bisogno?) sceglie l’orologio al quarzo, sempre ammesso che la pila non si scarichi lasciandolo con un palmo di naso.
Chi ritiene che l’orologio non sia solamente un segnatempo, ma lo vede anche come un piccolo miracolo dell’ingegno e dell’abilità dell’uomo raccolto in un oggetto di 4 centimetri di diametro, sceglie l’orologio meccanico automatico o manuale.

La storia dell’orologio si perde nella notte dei tempi; fin da quando qualcuno, utilizzando il sole ed un paletto si mise in testa di misurare lo spostamento dell’ombra sul suolo.
La necessità di rendere la misurazione ripetibile ad ogni latitudine ed in ogni stagione, fece aguzzare l’ingegno agli inventori delle clessidre e degli orologi ad acqua fino al giorno in cui la meccanica non prese il sopravvento consentendo di abbinare la bellezza delle forme alla misurazione del tempo.
In sintesi questa è la storia dell’orologio; molti altri siti web trattano in maniera esaustiva lo stesso argomento ed a questi vi rimando per ulteriori approfondimenti.