Gli orologi meccanici
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L
L. Le Roy
Charles Le Roy nasce nel 1709; nel 1740 viene insignito del titolo di “orologiaio del Re di Francia”.
Nel 1747 Basile Le Roy, il sedicenne figlio di Charles, inizia il suo apprendistato presso la bottega di Joseph Quetin, maestro orologiaio di Parigi.
Nel 1751 Basile fonda ufficialmente la “maison Leroy” in società con Cachart suo collaboratore.
È un periodo di fruttuoso lavoro che porta, nel 1759 alla creazione di un cronografo subacqueo presentato all’Accademia delle Scienze di Parigi.
Sulla base di questo prototipo altre maison orologiere svilupparono i loro modelli.
Nel 1769 nasce il “Marine”, segnatempo estremamente preciso fondamentale per il calcolo della longitudine sulle navi mercantili che furono, attraverso tale strumento, in grado di effettuare calcoli con una approssimazione di mezzo grado dopo due mesi di navigazione in mare aperto.
Tale strabiliante risultato porterà la Leroy ad essere il fornitore ufficiale della Marina francese nel 1808.
Nel 1785 il figlio di Basile, Basile-Charles Le Roy sposta la sede della boutique di famiglia presso il palazzo reale in Galerie de Pierre (rinominata Galerie Egalitè e successivamente Galerie Montensier).
L’attività rimase in tale sede per oltre 100 anni.
In questo periodo vanta clienti prestigiosi fra i quali la Regina Maria Antonietta e numerosi altri dignitari e blasonati che potevano permettersi un oggetto non propriamente economico.
La produzione annuale non superava i 100 pezzi prodotti totalmente in proprio e si trattava di orologi particolarmente ben curati; i rimanenti orologi venivano importati dalla Svizzera e rivenduti a prezzi sicuramente inferiori.
Le creazioni della maison hanno sempre recato il nome Leroy tranne nel periodo del terrore durante la rivoluzione francese; dal 1793 al 1795 Basile-Charles firmò le sue creazioni con l’anagramma “Eylor”.
La maison sopravvisse alla rivoluzione e proseguì la sua attività sfornando numerosi brevetti fra cui quello per una pendola atmosferica con ricarica che sfrutta il vento (1827), quello per un cronografo rattrapante (1834) e quello per una pendola elettromagnetica (1854).
Nel 1854 Leroy apre una boutique a Londra in Bond street; è subito un successo e nel giro di pochi anni diviene fornitore della casa reale inglese (1863).
Oltre alle case regnanti di Francia ed Inghilterra, anche altri monarchi apprezzarono i prodotti Leroy così si trovano orologi in Brasile, Spagna, Russia, Svezia, Iran e Portogallo; proprio da quest’ultimo Paese proviene l’acquirente del modello “Leroy 01”, orologio dotato di 25 complicazioni presentato all’Esposizione Universale di Parigi nel 1900.
Questo orologio detenne fino al 1989 il record mondiale quale orologio con maggior numero di complicazioni (che comprendevano tra le altre: bussola, igrometro, altimetro, barometro, termometro).
Accanto alle creazioni ad uso civile, la Leroy primeggiava anche nella produzione di cronografi da marina e nella produzione di pendole di precisione da osservatorio; neppure i blasonati orologiai inglesi riuscirono a reggere il confronto con la precisione e l’affidabilità dei cronografi Leroy che in numerosi test comparativi di precisione risultarono sempre tra i primi.
Nel 1889 Louis Le Roy trasferisce l’attività produttiva nella regione del Jura svizzero stringendo stretti legami di collaborazione con le ditte situate a Vallèe de Joux e a Le Locle; durante questo periodo gli orologi vengono prodotti in Svizzera ed assemblati e decorati a Parigi; successivamente, per motivi logistici la produzione venne spostata a Besançon dove Louis aprì un ateliers.
Nel 1895 Lèon, fratello minore di Louis entra a far parte dell’attività di famiglia.
Nel 1910 Leroy istalla sulla torre Eiffel il primo trasmettitore di segnale orario preciso al centesimo di secondo; l’orologio da cui il segnale deriva è un modello chiamato “regolatore a pressione costante” isolato per evitare qualsiasi vibrazione.
Nel 1922 viene presentato il modello “Marquise” dotato di movimento automatico, il primo in assoluto che precede di circa un anno quello messo a punto da John Harwood.
Anche se furono prodotti pochissimi esemplari di questo modello, si può a pieno titolo indicare Leroy come la ditta che inventò l’orologio automatico (in realtà la disputa è ancora aperta anche se autorevoli fonti confermerebbero tale tesi).
1924 nasce il cronografo brevettato nel 1922; fu il primo cronografo in grado di misurare il tempo al decimo di secondo.
1957 nasce il “Chronostat I”, regolatore di bordo adottato dalla marina francese ed evolutosi nei modelli II e III, quest’ultimo imbarcato sulle portaerei Clemenceau e Foach.
Dopo l’avvento dei movimenti al quarzo e dell’orologio atomico, le commesse delle varie marinerie vennero meno ed il mercato entrò in una fase di stasi.
Il 1999 rappresenta il momento della rinascita della Leroy; Philippe Le Roy ha presentato la collezione Osmior che riprendendo la tradizione del cronografo brevettato nel 1924, arricchisce una gamma di strumenti estremamente curati in ogni dettaglio.
La collezione si è successivamente arricchita della linea “Grand Osmior” e della linea “Marine”; quest’ultima è stata creata allo scopo di perpetuare il legame presente tra la Leroy e la Marina francese per secoli clienti della maison.
Nel 2004 la ditta è stata acquisita dalla Festina-Lotus S.A.; prosegue tuttora la produzione di orologi di gran pregio che coniugano metalli preziosi a strumenti precisi e funzionali; la sede legale si trova in Svizzera, ma il laboratorio dove avviene la produzione delle casse e la rifinitura dei 300 pezzi prodotti annualmente si trova in Francia.
Monta movimenti svizzeri (ETA, Frédéric Piguet) ma è in fase di sviluppo un calibro progettato e prodotto in proprio.
Sito ufficiale
Lanco
Il colonnello Johann Viktor Kottmann di Solothurn non lontana da Langendorf, fondò una azienda di coltivazione di ortaggi nel 1842, la Langendorf SA.
Nel 1873 l’azienda fu riconvertita curiosamente nella produzione di platine base per movimenti per altre società, ed aveva 70-80 dipendenti; tale numero subì una drastica riduzione nel 1880 quando la ditta si trovò vicina al tracollo a causa di problemi di assenteismo ed alcolismo di alcuni degli operai.
La manodopera fidata fu mantenuta garantendo formazione professionale, vitto e alloggio.
Fu solo dopo la metà del 1880 che, sotto la guida di Karl figlio di Johann, l’assunzione di altro personale affidabile proveniente dalla Svizzera orientale comprendente anche abili manager, permise alla ditta di salvarsi dal fallimento e consentì la sua graduale espansione.
Nel 1881 i dipendenti erano diventati circa 200 e la fabbrica lavorava a pieno regime grazie alle nuove linee di produzione meccanizzate.
La famiglia Kottmann si rende protagonista anche nel sociale attraverso la costruzione nel comune di Langendorf di scuole, della rete elettrica per l’illuminazione pubblica e di alloggi a prezzi accessibili per i lavoratori.
A partire dal 1887 fu estesa e differenziata la produzione tanto che la società divenne completamente indipendente da fornitori esterni.
Nel 1890, alla morte di Karl, Lucien Tieche subentra alla guida della società.
All’inizio del ‘900 la LANCO tenta la strada americana che viene compromessa dalla chiusura nel 1915 della American Swiss watch Co che ne era l’importatore ufficiale.
Nel 1916 la fabbrica di Lagendorf impiegava 1500 lavoratori e produceva 3000 pezzi al giorno.
A partire dal 1902 e fino al 1964 la società tornò in mano alla famiglia Kottmann.
L’esportazione in America dei prodotti LANCO fu possibile solo usando marchi locali (Aliada, Barracuda, Broadway Limited, Carex, Cavalier, Colorado, Eldorf, Grandt, Gretchen, Isotechnic, Laco, Lancet, Lancyl, Larex, Lasco, Lawrex, Laxico, Lonville, LWC, LWCo, Stratford, Valogene) al fine di evitare gli onerosi dazi di importazione; questo proseguì fino al 1959 quando la società costruì una fabbrica negli Stati Uniti.
Dal 1964 La società è stata guidata da Guido Kottmann e da un comitato di membri della famiglia, ma in seguito alla difficile congiuntura e forse a problemi di cattiva gestione la società ha deciso di associarsi ad un gruppo di produttori di orologi chiamata "Schweizerischen Gesellschaft für Uhrenindustrie AG" (SGU).
Poco dopo, nel 1965, Langendorf Watch Company è acquistata dalla "Société Suisse pour l'Industrie Horlogère SA" (SSIH), che a sua volta è il risultato di una fusione avvenuta nel 1930 tra Omega e Tissot.
Con l’acquisizione della Langendorf Watch Company, SSIH in pratica ha acquisito il 50% dei suoi diretti competitori ed ha guadagnato una linea di produzione moderna, concorrenziale dal punto di vista economico ed un’ampia fetta di mercato.
La produzione negli impianti storici di Langendorf è cessata nel 1973 e la fabbrica è stata convertita in centro commerciale.
La SSIH, attraverso successive fusioni con altre società ha dato vita al gruppo SWATCH.
Nel corso delle due guerre mondiali, gli orologi LANCO vengono utilizzati per la loro precisione e per la loro affidabilità.
Fra gli anni ’50 e ’60 vennero prodotti movimenti che in base agli standard cronometrici dell’epoca vennero definiti eccezionali.
I modelli più conosciuti divenuti ottimi vintage da collezionare sono il “disco volante” ed il “Lanco-Fon” (svegliarino) prodotti negli anni ’60.
Nel 1970 il marchio LANCO è stato rilanciato, divenendo sinonimo di innovazione e sperimentazione; orologi come il "Club 77" ed il "Saltarello" sono ancora piuttosto ricercati.
Un orologio molto particolare veniva commercializzato con il marchio LANCO nel 1970; montava un movimento prodotto da Tissot: l’Astrolon (calibro 2250) con ruotismo pressoché completamente in plastica.
Dopo il 1973, vennero montati sugli orologi LANCO movimenti di ditte quali Valjoux e Angelus.
A causa di problemi finanziari la SSIH nel 1981 ha venduto il marchio LANCO.
Sito ufficiale
Laval
L'azienda fondata nel 1878 da François Laval è stata fin dall'inizio specializzata in orologeria.
All'inizio del secolo la società gestita dai quattro figli di François, sopravvive miracolosamente alla I guerra mondiale e prosegue con le forniture per orologi.
Nel 1960, Dominique Laval assunse la guida dell’impresa familiare ed apporta alcuni cambiamenti che riguardano il confezionamento e la razionalizzazione delle risorse.
Nel 1969, con l’avvento degli orologi al quarzo, l'azienda è costretta ad operare un cambiamento radicale.
Per adeguarsi alla nuova situazione l'azienda LAVAL diversifica la produzione e la distribuzione offrendo anche attrezzature per gioiellerie: utensili, scatole, display, etichette, batterie per orologi e sviluppa un sistema professionale di vendita per posta.
Nel 1971, Dominique Laval apre SELFOR, il primo negozio di vendita al dettaglio self-service di prodotti necessari per l'attività degli orologiai gioiellieri.
Nel 2006, la società ha aperto, sempre in rue Réaumur, la gioielleria LAVAL con una vasta scelta di gioielli  in oro e argento prodotti dalla maison, nonché diverse altre marche di gioielli.
Da dieci anni, Catherine LAVAL, ha assunto la gestione della società.
Basandosi sulla sua formazione presso la Scuola Nazionale di Arti Applicate e Mestieri, arricchisce la società attraverso una particolare attenzione alla creazione di nuove collezioni e la costante ricerca di nuovi prodotti.
Sito ufficiale
Lavina
The Manufacture de Horloges Lavina was established in 1852 by Mr. Paul Brack, in Villeret, a world renowned centre of watchmaking excellence in Swizterland's Chaux de Fonds valley.
By the early twentieth century Lavina merged with the prestigious Dubois-Peseux Company under the direction of Mr. Brack's sons, specialized in high precision movements and casings.
Launching its first series of wristwatches for both men and women in 1920, Lavina repositioned for a second period of expansion in 1937 when it was renamed as a Swiss Societe Anonyme attracting prominent Chaux de Fonds shareholders.
With its centennial anniversary in 1952 Lavina had gained international recognition winning the prestigious Observatoire de Neuchatel award for the precision and excellence of its movements, and was by then exporting to Australia, Brazil, Canada, Europe, Hong Kong, Singapore and the USA.
In 1973 the Brack family sold the Lavina brand to Favre Leuba, a leading Swiss manufacturer of quality watches and movements and casings, and continued in production to the 1980's.
Thirteen years later Lavina was sold to Jaeger Le Coultre who held the brand until 2003, when it was acquired by the current owners, Vendema AG. Once again independent, Lavina is at liberty to pursue the founder’s vision to produce superlative timepieces, Lavina is poised to relaunch a new series of distinctive made to order timepieces with varying functional complications, a gift to be treasured, an invaluable addition to any collection.

Le Phare
Il marchio “Le Phare” nasce nel 1888 a Le Locle sulle montagne di Neuchâtel.
La qualità dei prodotti è tale che già dal 1889 la società inizia ad ottenere riconoscimenti e premi prestigiosi tra cui la medaglia d’oro all’esposizione nazionale di Ginevra nel 1896 e quella ottenuta nel 1889 all’esposizione mondiale di Parigi.
È del 1897 il brevetto del regolatore silenzioso che risolve i problemi di ronzio generato dai regolatori prodotti all’epoca.
Altra prestigiosa medaglia d’oro viene consegnata all’Esposizione Universale di Parigi del 1900.
Nel 1930 la società si sposta da Le Locle a La Chaux de Fonds. La società prosegue sulla strada del progresso fino al 1970 divenendo il secondo produttore di cronografi della Svizzera.
Nel 1981 nasce il marchio “Jean D’Eve” popolarissimo in Italia che diventa il primo paese importatore.
Nel 1984 il nome della società cambia in “Le Phare Jean D’Eve SA”.
Sulla scorta dell’esperienza maturata nel corso degli anni, vede la luce un progetto rivoluzionario e viene lanciata la collezione SECTORA con un quadrante su cui si muovono le lancette in un angolo complessivo di 120°.
I modelli prodotti successivamente ricalcano quelli della linea SECTORA, anche se la produzione si è arricchita di modelli più classici esposti sul sito ufficiale della maison (fonte sito ufficiale Jean D'Eve).

Lemania watch Co.
La ditta “Lugrin SA” fu fondata nel 1884 a Le Sentier nella Vallée de Joux da Alfred Lugrin, un orologiaio specializzato in movimenti con complicazioni (competenze acquisite presso la Jaeger-LeCoultre).
In virtù della qualità dei movimenti ricevette i primi riconoscimenti ufficiali a Milano nel 1906 e a Berna nel 1914; i movimenti prodotti in questo periodo erano prevalentemente cronografici.
Nel 1930 il successore di Alfred Lugrin, Marius Meylan, cambiò il nome della ditta in “Lemania Watch Co.” (probabilmente in onore al calibro Leman) con quartier generale a L’Orient.
Nel 1932 Lemania, Omega e Tissot diedero vita alla SSIH (Società svizzere per l’industria orologiera).
Dalla collaborazione con Omega nacquero grandi calibri cronografici, tra cui il Lemania 1873 (Omega 861) che, equipaggiando l’Omega Speedmaster, partecipò alle spedizioni della NASA a partire dal 1962 fino allo sbarco sulla luna nel 1969.
A partire dagli anni ’70 una nuova crisi dell’industria orologiera dovuta alla comparsa degli orologi con movimento elettronico si abbatté sulla SSIH che a quel tempo raccoglieva circa 50 marchi fino ad arrivare, nel 1980, all’amministrazione controllata affidata dalle banche creditrici a Nicolas Hayek.
Nel 1978, con il lancio del “5100”, un calibro cronografico automatico, la Lemania inizia una collaborazione con la Heuer che durerà fino al 1985.
L’ultima collaborazione con Heuer si ebbe nel 1995 quando il movimento a carica manuale 1873 venne montato sulla riedizione dell’Heuer Carrera.
Nel 1981 Lemania esce dal gruppo SSIH cambiando il proprio nome in “Nouvelle Lemania”.
Nel 1992 Nouvelle Lemania viene acquisita dal “Groupe Horloger Breguet” che a sua volta, nel 1999 vieve acquisito dallo “SWATCH Group”.
Attualmente, la ditta che orgogliosamente reca ancora sulle porte del proprio laboratorio la scritta “LEMANIA”, all’anagrafe porta il nome di “Manufacture de Haute Horlogerie Breguet” (fonte "JoT" The watch forum).

Leon Hatot
Nel 1905 Nasce la compagnia create da Leon Hatot, (1883-1953).
Leon è nato a Chatillon-sur-Seine nel 1883.
Ha studiato presso la Scuola Orologiera di Besançon tra il 1895 e il 1898 e presso la Scuola delle Belle Arti di Besançon.
È stato uno dei membri fondatori della Società Francese di orologeria.
Nel 1905, in giovane età, ha iniziato la sua attività di incisore di casse di orologi in collaborazione con capaci artigiani orologiai, gioiellieri ed orafi. 
In seguito si è stabilito a Parigi dove, nel 1911, ha presentato il marchio "Bredillard" dimostrando la sua bravura nella creazione di orologi e gioielli artistici.
Con spirito pionieristico Leon si interessa all’utilizzo dell’elettricità in orologeria; nel 1920 fonda una divisione della sua società esclusivamente dedicata a tale scopo.
Nello stesso anno le società di Parigi e Besançon vengono fuse nella "Société des Etablissements Leon Hatot".
1923: l’applicazione dell’energia elettrica produce i suoi risultati per mezzo della collaborazione con Marius Lavet, ingegnere laureato presso la Scuola Superiore di Elettricità; a Besançon inizia la produzione degli orologi elettrici “ATO” che riscuotono subito un grande successo.
All’esposizione Internazionale delle Arti Decorative del 1925 Leon Hatot vinse il Gran Premio presentando una vasta gamma di orologi elettrici montati sui più svariati materiali tra cui marmo, legno pregiato e vetro molato dalle famose fabbriche Lalique.
Nello stesso periodo viene insignito della Legion d’Onore e nominato consulente per il commercio estero.
Nel 1929 Leon Hatot presenta l’orologio automatico con meccanismo denominato “ROLLS”; a differenza degli altri automatismi che si basano su una massa fissata al movimento che oscilla attorno ad un asse, l’automatismo rolls fa si che a muoversi in senso longitudinale (per un massimo di 3 mm) sia l’insieme composto dal movimento, dal quadrante e dalle lancette, contenuto da una gabbia con scanalature laterali dentro le quali ruotano le piccole biglie metalliche.
Questo meccanismo pur avendo il vantaggio di lavorare con il minimo attrito, e potendo essere facilmente utilizzato negli orologi con cassa di forma quadrata o rettangolare (in voga all’epoca), si rivelò poco pratico per l’impossibilità di fornire gli orologi di corona di carica.
Per tali motivi, nonostante l’accordo stipulato nel 1930 un accordo commerciale con Blancpain, la produzione e la distribuzione di questo prodotto non ebbe fortuna.
1928: la sezione dedicata all’applicazione elettrica agli orologi compie un nuovo passo avanti  con l’invenzione dell’ATO-RADIOLA, il primo orologio elettrico radio-controllato dal segnale orario trasmesso dall’antenna di Radio Parigi posizionata dalla torre Eiffel entro un raggio di 250 Km.
1929: il crollo di Wall Street e la conseguente profonda crisi economica rappresentano un dramma per gli amanti di oggetti di lusso e la produzione di orologi finemente cesellati subisce una brusca riduzione.
Solo gli accordi commerciali con importatori italiani, belgi e tedeschi fanno si che la crisi venga scongiurata e che la società riprenda a produrre a pieno regime.
La formazione artistica di Leon si materializza sotto forma di un orologio da tasca molto fine che porta il nome della città di Besançon nella quale ha voluto mantenere un laboratorio di assemblaggio.
Con una di queste creazioni viene omaggiato l’allora Presidente della Repubblica francese Armand Fallières.
La linea di orologi elettrici si arricchisce nel 1931 di nuovi innovativi modelli di dimensioni più piccole; gli originali "Aquatora" e "Maplux" vengono presentati al Salone Coloniale nel 1931.
All’inizio della II guerra mondiale la società Hatot venne requisita e riconvertita per la produzione di girobussole, altimetri ed altri strumenti per il trasporto aereo e per la navigazione.
Visionario sotto certi aspetti, Leon Hatot, fu il primo a recepire l’importanza dell’applicazione dei transistor nel campo dell’orologeria; già nel 1953 Hatot depositò alcuni brevetti in tal senso ma non avendo fondi sufficienti per la registrazione di tali brevetti a livello mondiale, non li potè commercializzare in proprio ed è fu costretto a distribuire licenze alle principali ditte di orologi che produssero e commercializzarono con il proprio marchio aggiungendo la dicitura “Lic. ATO”.
Un esempio illustre è rappresentato dal “Chronostat” nelle versioni I II e III forniti da L. Leroy alla Marina Francese.
Leon Hatot è morto l'11 settembre 1953.
Nel 1967 la ATO viene rilevata dalla società Lepaute e, vista la spietata concorrenza delle ditte del sud-est asiatico, si concentra nella produzione di orologi domestici a batteria che nengono commercializzati con i brand “ATO-Lepaute” e “ATO-Paul Garnier”.
Nel 1989, Christie batte all’asta un cospicuo stock di gioielli ed orologi appartenenti ad Hatot; negli archivi dell’azienda fondata da Leon vengono ritrovati 5000 bozzetti di modelli di orologi e gioielli disegnati da Leon Hatot; quegli stessi modelli che rappresentano il retaggio ed il testamento della ditta.
Dal 1999 la ATO passa nelle mani dello SWATCH group che rilancia il marchio facendone una delle punte di diamante della orologeria di alto livello (fonte barthworks.com).
Sito ufficiale
Leonidas
La “LEONIDAS Watch Co.” è stata fondata da Julien Bourquin a St. Imier nel 1841.
L'azienda era specializzata nella produzione di orologi da polso di alta qualità con complicazioni ed orologi da tasca che presentavano complicazioni come l’indicatore delle fasi lunari, il triplo calendario e il cronografo.
A partire dal 1930 e durante tutta la seconda guerra mondiale, l'azienda è stata il principale fornitore di orologi per gli eserciti italiano e tedesco.
Ancora oggi sul mercato si trovano modelli con incisa l'aquila nazista e la svastica.
Il modello del 1940 chiamato “Leonidas Triple Data Vintage Chronograph Moonphase” aveva tutte le sopra elencate complicazioni.
Era dotato di un movimento Venus 200 a 17 rubini con cassa in oro.
Il primo gennaio 1960, la “LEONIDAS watch Factory Co.” si fuse con il suo principale concorrente di quel tempo l'azienda HEUER nella società "Heuer-Leonidas" portando in dote il "Bundeswehr", un cronografo utilizzato dall’aviazione tedesca dotato di un meccanismo di fly-back che consentiva al cronografo di ripartire immediatamente dopo l’azzeramento.
Sito ufficiale
L'Epee
La prima pendola da viaggio è nata a Parigi nel XIX secolo dalle mani di Abraham Louis Breguet  (1747-1823).
Il nome di "pendola da ufficiale" è legato alla leggenda.
Si dice che Napoleone, dopo aver quasi perso una battaglia a causa del ritardo di uno dei suoi ufficiali, sentì la necessità di avere con se una pendola portatile.
Ordinò a vari orologiai una “pendola per ufficiale”; così si affermò il nome.
Nel 1777 a Montbéliard, grazie a Frédéric Japy, è nata la prima grande industria orologiera.
Successivamente diverse altre fabbriche sorsero nella stessa regione; tra queste, la “Fabbrica di Orologi L'Epée” fondata nel 1839 da Auguste L' Epée.
La manifattura ha iniziato producendo movimenti e orologi completi.
Produceva inoltre scatole musicali, che sono ancora visibili nelle più belle collezioni del mondo.
Già dopo trent'anni dalla nascita, la manifattura L'Epée, impiegava trecento persone e vinceva numerosi premi nelle varie esposizioni internazionali a Parigi, Vienna, Hanoi, America e Gran Bretagna per l'elevato livello tecnico e la raffinatezza estetica completata dai bellissimi cristalli frontali, laterali e posteriori della cristalleria francese di Baccarat.
Nel corso degli anni i modelli aumentarono e si arricchirono delle nuove conoscenze con le lancette dei giorni, del mese, delle fasi lunari, con il pendolo al mercurio e con rifiniture in pietre dure, smalti cloisonné e metalli preziosi al posto dell'ottone lucido.
Oggi avere in casa una pendoletta originale L'Epée è avere un rarissimo gioiello in quanto questa manifattura ha definitivamente chiuso i propri laboratori nel 1990.
Sito ufficiale
LIP
Nel 1867 Emmanuel Lipmann, orologiaio ebreo stabilitosi in Francia alla fine del XVIII secolo fondò a Besançon un laboratorio di orologeria che prese il nome di “Comptoir Lipmann”.
Nel 1893 divenne la “Société Anonyme d'Horlogerie Lipmann Frères”.
1896: dal cronometro “LIP”, commercializzato in tale data, nacque il nome definitivo della società che arrivò a produrre circa 2500 orologi all’anno.
Fra il 1914 ed il 1918 la società produsse strumentazione per le forze armate riprendendo la produzione dei propri calibri solo nel 1925; celebre di quel periodo è il calibro T10.
Negli anni successivi la profonda crisi economica mondiale lasciò il segno; nonostante ciò la società si rafforzò modernizzando la linea di produzione.
Nel 1931 il nome della società cambiò in “Lip SA d’Horlogerie”; la nuova linea di produzione e l’introduzione di migliorie tecniche, mantennero a galla la società e le consentirono di uscire sul mercato con il nuovo calibro T18 nel 1933.
Nel 1936 subentrò alla guida dell’azienda Fred Lipmann nipote di Emmanuel; nel contempo la LIP, in collaborazione con Ericsson, studiò movimenti elettrici per orologi.
Tale settore verrà messo da parte negli anni successivi.
Nello stesso periodo Fred firmò accordi commerciali con l’URSS per l’esportazione di linee di produzione e tecnica che consentissero ai sovietici di gettare le basi per una nuova industria orologiera: i sovietici, pur avendo nel 1928 acquistato in blocco i macchinari di una ditta americana in liquidazione (Dueber), non riuscivano a produrre in proprio calibri qualitativamente validi; pertanto si rivolsero a LIP per l’importazione di calibri e pezzi di ricambio.
Questo accordo risultò vantaggioso da entrambe le parti consentendo a LIP di ottenere denaro fresco da investire per lo sviluppo della società ed all’URSS di poter disporre di meccaniche di ottima qualità.
I tecnici della LIP vennero chiamati a supervisionare la produzione dei nuovi movimenti prodotti nella fabbrica di Penza (nelle vicinanze di Mosca), derivavanti dai due movimenti più famosi della LIP: il T18 (in russo SWESDA) per gli orologi da polso, l’R43 (in russo ZIM) e l’R26 (in russo POBJEDA).
Venne creato anche un nuovo calibro in co-produzione: l’R36 montato sugli orologi SALJUT e MOLNIJA.
Nel 1938 nacque una nuova branca della LIP: la “Saprolip” aperta ad Issoudun, specializzata in strumentazioni militari; tale divisione produsse i calibri 10, 14 e 150 altamente precisi ed affidabili, oltre che strumenti di misurazione, timer, cronografi e cronometri.
Nello stesso anno Fred cambiò il suo cognome che diviene Lip.
Nel 1940 i nazisti espropriarono le due fabbriche LIP a Besançon e La Mouilliere proseguendo la produzione di orologi ed anemometri destinati al mercato tedesco.
Fred Lip si trasferì ad Issoudun nella Francia non occupata dove fornì le forze francesi dei suoi strumenti.
Nonostante le ristrettezze dell’epoca, nel 1942 a Valence nacque il calibro I42, un movimento piatto per orologi da polso; in quel periodo gli orologi venivano contrassegnati “LIP VALENCE”.
Nel 1945, alla fine della guerra iniziò la ricostruzione della LIP (bombardata dalle forze alleate) che con 200 operai ricominciò a produrre 50.000 orologi all’anno.
Nel 1946 LIP riprese gli studi riguardanti gli orologi elettronici; Fred era convinto che questa strada rappresentasse il futuro dell’orologeria.
Tra il 1952 ed il 1954 la LIP passò da 800 a 1500 dipendenti divenendo la più importante ditta produttrice di orologi della Francia.
È il 1952, quando il "LIP Electronic" viene presentato alla stampa.
I primi due modelli furono donati al generale De Gaulle e al Presidente Eisenhower.
Nel 1954 la LIP immette sul mercato francese il “fifty fathom”, orologio subacqueo prodotto da Blancpain e dotato del calibro LIP R23; questo orologio divenne famoso nel 1956 quando fece bella mostra di se al polso di Jacques Cousteau nel corso del documentario “Il mondo del silenzio” premiato con la palma d’oro al Festival di Cannes di quell’anno.
Nel 1958 Fred aprì a Ginevra un’azienda orologiera che costruiva, sotto il marchio “LIP GENEVE”, orologi che rappresentano il top della produzione della maison.
Sempre nel 1958, a due anni di distanza dalla comparsa sul mercato del primo orologio elettronico presentato da Hamilton, LIP commercializzò il suo modello di orologio alimentato a batteria.
Nel primi anni ’60 iniziarono i problemi rappresentati dai costi di produzione esorbitanti e dalla sempre più spietata concorrenza da parte di produttori di orologi a buon mercato che assottigliarono sempre più la quota di mercato della LIP.
Fred Lip tentò senza risultato di coinvolgere nella società ditte come Omega e Timex.
Nel 1967 la società svizzera “Ebauches SA”, controllata di ASUAG consorzio svizzero che in seguito divenne Swatch, acquisì il 33% del pacchetto azionario; nonostante ciò gli utili dell’anno successivo furono estremamente ridotti.
Tra il ’68 ed il ’73 LIP distribuì in Francia i cronografi Breitling. Il momento storico in cui le tensioni sociali erano enormi non poteva non influenzare la già precaria condizione economica della ditta.
Nel 1969 vennero licenziati i primi 200 dipendenti; nel 1970 la “Ebauches SA”, divenuta socia di maggioranza con il 43% del pacchetto azionario, decise il licenziamento di 1300 dipendenti e da questo momento iniziò il definitivo tramonto della ditta che culminò nel 1971 con le dimissioni di Fred Lip dalla carica di Presidente della società.
Nel 1973 uscì il primo movimento al quarzo prodotto dalla LIP, proprio nel momento in cui i movimenti al quarzo prodotti in America e Giappone dominavano il mercato.
Seguì un periodo durante il quale si tentò inutilmente con finanziamenti e campagne pubblicitarie di  rilanciare il marchio; nel 1973 la LIP venne messa in pre-liquidazione.
Seguì un periodo di tre anni che ha fatto la storia del diritto del lavoro in Francia.
A partire dal Giugno 1973 iniziarono le iniziative di lotta dei dipendenti contro un piano di ridimensionamento che avrebbe portato al licenziamento di circa 450 operai specializzati; gli operai presero in ostaggio tre ispettori del lavoro (azione terminata in maniera cruenta dalle forze dell’ordine); si passò allora al sequestro di 65.000 orologi che i dipendenti nascosero in luoghi sicuri.
La nascita di un comitato di azione portò all’occupazione della fabbrica ed all’inizio dell’autogestione del personale che si muoveva al motto: “C'est possible: on fabrique, on vend, on se paie!”.
Nelle sei settimane successive all’inizio dell’autogestione, la vendita degli orologi sequestrati permise agli scioperanti di mantenere il punto e di riprendere le trattative con le maestranze per poter venire a capo di una situazione ormai drammatica.
Nell’Agosto 1973 i negoziati furono bruscamente interrotti dall’intervento delle forze dell’ordine che sgombrarono lo stabilimento di Besançon con la forza e ne mantennero il controllo fino al Febbraio 1974.
Lo sciopero ebbe termine nel Marzo del 1974 quando la nuova amministrazione riassunse 850 dipendenti; ma si trattava solamente dell’inizio della fine: l’autogestione di una ditta ampiamente finanziata dallo stato, aveva creato un precedente scomodo per la nuova classe politica che, alla ricerca di una scusa per affondare definitivamente la LIP, approfittò del successivo momento di difficoltà economica per negare ulteriori finanziamenti pubblici costringendo i creditori a richiedere alla ditta il saldo di quanto dovuto.
Per la LIP si trattò del colpo di grazia.
Nel 1976 la società cessò definitivamente la produzione stroncata dai debiti, da motivazioni politiche, dall’alba della globalizzazione e dalle nuove tendenze che imponevano l’uso di orologi a buon mercato.
La “Cooperativa LIP” fu riacquistata dalla Kiplé nel 1984, durante la presidenza di François Mitterrand.
Tuttavia, la nuova società venne liquidata sei anni più tardi.
Jean-Claude Sensemat acquistò il marchio nel 1990, e ne rilanciò la produzione con metodi di marketing moderno.
Le vendite aumentarono fino a un milione di orologi all'anno.
Nel 2002 Sensemat ha firmato un contratto mondiale per la licenza LIP con Jean-Luc Bernerd, che ha creato la “Manufacture Horlogère Générale”.
Nonostante le vicissitudini degli anni ’70, il ricorso alla creatività di designer come Roger Tallon produsse creazioni come il “Dark Master”ed il “Match 2000” (quest’ultimo esposto al MOMA di New York). (Fonti Nick Downes-Timezone: Wikipedia).
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Longines
Vedi Agassiz
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Lorenz
Lorenz è design italiano che diventa eleganza e ricerca tecnica.
Un marchio che ha saputo costruire e creare nel tempo uno stile originale, ideando sempre prodotti creativi e moderni.
La forza di Lorenz risiede proprio nella sua specifica identità: Italian style e Swiss made al servizio dell’innovazione.
Un’identità che dà vita a orologi dal carattere autorevole, facilmente riconoscibili in un mercato sempre più sovrappopolato di brand.
Le collezioni create nel corso degli anni coprono l’area classica, elegante, sportiva, per le esigenze di tutti i consumatori.
Ogni linea è studiata nei minimi particolari, sempre all’avanguardia nel campo dell’innovazione tecnica e stilistica.
Tutto ciò si traduce in un prodotto unico: un orologio Lorenz.
La storia del marchio comincia a Milano nel 1934, ma il fondatore Tullio Bolletta non smette mai di cercare una tecnica costruttiva sempre più raffinata.
Nel 1951 produce in Svizzera i primi orologi con movimenti meccanici a 19 e 25 rubini dotati di bilanciere Incabloc.
Nel 1960 il design stilistico Lorenz ottiene il massimo riconoscimento del settore: l’orologio da tavolo Static, disegnato dall’allora giovane e promettente Richard Sapper, vince il Compasso d’Oro.
Oggi si può ammirare lo Static nelle collezioni di alcuni tra i più impor tanti musei di design del mondo, come la permanente della Triennale di Milano, il MoMa di New York o il Design Museum di Salonicco.
Nei primi anni ’70 il design è ancora all’avanguardia: Lorenz presenta la collezione Directime.
Questi orologi, sempre con movimento meccanico, si distinguono per l’indicazione dell’ora in forma di “saltarello”.
Tre ruote (ore, minuti e secondi ), posizionate a sinistra del quadrante, mostrano in modo immediato l’indicazione del tempo.
Nel 1984, a mezzo secolo esatto dalla propria fondazione, Lorenz celebra la storica sede.
Esce così la collezione Montenapoleone, elegante in ogni sua forma, dai materiali utilizzati alla tecnica realizzativa.
Nel 1986 nasce invece la collezione Neos, che rappresenta una sfida in termini di innovazione tecnica e design.
In occasione dei 60 anni esce il primo dei modelli Anniversaire, che ripercorre la storia di Lorenz ispirandosi ai modelli degli anni ’50.
Al modello Theatro Chronographe Réserve de Marche spetta l’onore di celebrare il 70° compleanno, mentre la collezione Montenapoleone compie vent’anni.
Nel 2006 di nuovo il nome Neos è chiamato a rappresentare la perfetta fusione della visione Lorenz: design italiano e tecnica svizzera.
Nello stesso anno il desiderio di esplorare questo connubio è suggellato dall’aper tura LorenzLab, fucina di stimoli creativi e centro stile.
Il rapporto con i designer si consolida con il concorso 75 Ore Lorenz, riservato a professionisti e studenti italiani chiamati a proporre segnatempo ispirati agli anni ‘30.
Il progetto vincitore, di EMO Design, viene messo in produzione in serie limitata come prodotto commemorativo per il 75° anniversario.
La collezione sportiva Aquitania è invece disegnata da Officina Italiana Design che por ta il proprio contributo a Lorenz attraverso l’esperienza maturata con uno dei cantieri nautici più prestigiosi cantieri nautici italiani più prestigiosi al mondo.

Louis George Louis George was a German master watchmaker of the late baroque period and  a third generation descendant of French Huguenots living in Berlin.
Louis Georges workshops produced different mechanical devices such as lever pocket watches, ship clocks, mechanical odometer, console and long case clocks.
On the 26th December 1769 Louis George applied for the patent as the royal watchmaker and succeeded which made him  “Horloger du Roy”.
French was the language of the Berlin nobility.
Louis George was a talented watchmaker and creative artist.
He did not just create watches but real gems of watch making. 
His posh watches enchanted the audience and recovered the respect of the Berlin nobility and solvent bourgeoisie. 
The addresses of Louis Georges workshops mentioned at the Berlin Adresskalender are Schlossplatz 10 and 13 (in 1799) and Schlossplatz 10 in (1801), right opposite the Berlin Stadtschloss (city palace).
Located at Berlin he provided watches for three generations of Prussians kings:  Frederick II (the Great) King of Prussia his nephew and successor Frederick William II, King of Prussia his nephew and successor Frederick William III.
King of Prussia Other German monarchs appreciated the masterly crafted clocks and watches too.
A long case clock with an organ movement formerly owned by Georg I Duke of Saxe-Meiningen is preserved on castle of Elisabethenburg at Meiningen. 
A royal console clock with an attached flute work is exhibited at the Schloss Sanssoucci at Potsdam.
Louis George discussed technical problems of the watch making with other watchmakers from the Swiss Canton of Neuchâtel.
Besides contact with Jean-Frédéric Leschot he had business connections with the Swiss watchmaker Pierre Jaquet-Droz. 
The watchmakers tried to find mechanical solutions going far beyond the requirements of the ordinary watch making.
Jaquet-Droz created i.e. mechanical puppet automats.
Louis George created among others complicated clocks with attached organ or flute works.
During the Baroque era Berlin was considered a hub for the production of organ and flute clocks.
The clock movements released an attached organ, flute or harp unit at a preset time working as a music alarm clock. 
Apart from these first music playing apparatuses LOUIS GEORGE produced most sophisticated watches like dead seconds watches the early forerunners of the modern chronograph watches.
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Louis Golay 1887 Louis-Auguste Golay fonda una società in Svizzera, nella Vallée de Joux.
1894 Prima visita in Giappone.
1912 Louis-Auguste e il figlio Auguste-Julien, tagliatori di gemme e commercianti, hanno registrato una società per azioni con il nome di "Golay Buchel & Cie SA".
1914 Louis e Julien iniziano una collaborazione con Mikimoto per il commercio delle perle.
1932 aprono un laboratorio per il taglio e la lucidatura di pietre vere e sintetiche che comprendeva anche una sezione dedicata alla fabbricazione di strumenti per orologiai.
1947 L'azienda si trasferisce a Losanna.
1954 L'espansione all'estero inizia in Francia. Presto “Golay Buchel” apre punti vendita in molti paesi in cui sono presenti prestigiose maison gioielliere e ditte specializzate nel trattamento delle perle coltivate in Europa, Giappone, Sud-Est Asiatico e Stati Uniti.
1968 l'azienda introduce una moderna struttura gestionale. Le varie divisioni sono poste sotto l'egida della “Golay Buchel Holding SA”. Un'unità di produzione viene istituita in Francia deputata al taglio delle gemme autentiche e sintetiche.
1977 Istituzione di “Golay Buchel Giappone K.K.”
1979 la società Golay Buchel primeggia nel taglio di zirconi su scala industriale.
1985 Golay Buchel Holding SA viene quotata in borsa.
1986 Istituzione della “Golay Buchel Trading K.K.”
1987 Il gruppo inizia la sua attività di vendita al dettaglio, con la nascita dei suoi negozi “Oro Vivo”.
1988 fondazione della “SSP Tokyo K.K.”
1997 L'azienda si trasferisce nella sua nuova sede di Losanna.
2001 introduzione della "Golay Pearls Quality Label" destinata a diventare un punto di riferimento mondiale per la qualità delle perle coltivate.
2004 Il Gruppo cede la sua catena di vendita “Oro Vivo” in Europa per concentrarsi sulle sue attività originarie di taglio e trattamento di perle e gemme.
2008 la società “Norinvest Holding SA” acquista la “Golay Buchel Holding”.
2009 nasce la società “Louis Golay International SA”.
2012 “Golay Buchel Japan KK” si fonde con la “Louis Golay Japan KK” con sede sociale in Giappone (Osaka).
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Louis Moinet
Even from the very beginning of his life, Louis Moinet had an appointment with time.
Although he was born into a well-to-do farming family in Bourges, France in 1768, he quickly realized that his passions and ambitions would not be realized in farming, but in the classroom.
A bright and diligent student, Louis Moinet distinguished himself from others with his aptitude for classical studies and earned many honors and awards during academic competitions.
When a young Louis Moinet was introduced to the world of horology, the art and science of creating timepieces, he knew this was where his passions would be realized and he spent all of his free time by the side of a master watchmaker.
He was also drawn to the world of art and spent many hours being tutored by an Italian painter.
It would not be long before Louis Moinet fused his knowledge of art and horology to develop some of the most magnificent timepieces the world has ever seen.
At the early age of 21, Louis Moinet was irresistibly drawn to Italy and everything he could learn there as an artist.
He relocated to Rome and lived there for several years, studying architecture, sculpting, and painting, all the while thinking of ways to apply his studies to his love of horology.
While there, he was introduced to members of the French Academy, a collection of some of the most celebrated artists of the time.
From here, Moinet went on to Florence to continue his studies.
After Florence, Moinet returned to Paris to accept an appointment as a Professor of Fine Arts at the Louvre.
He also continued his theoretical and practical studies of horology, the art that was his primary passion.
He reconnected with the master watchmaker that was his mentor and, in less than a decade, the master would find himself to be the student of Louis Moinet, now a master watchmaker in his own right.
Louis Moinet became acquainted with Abraham-Louis Breguet in 1817, when Breguet was already quite famous.
Recognizing Moinet's worth at once, Breguet invited him to work and live under the same roof in Breguet's Paris home.
Louis became Breguet’s personal advisor and, from that moment on, science and genius began to work hand in hand in the interest of time and art.
When Breguet passed away in 1823, Moinet left the house on the Quai de l´Horloge and continued shaping his own unique place in watchmaking.
Making and designing timepieces engaged all of Louis Moinet's time and required frequent extended visits to Switzerland.
Eventually, Louis Moinet was appointed President of the Chronometry Society of Paris.
His peers recognized him as a genius.
Ultimately, art and watchmaking shared the same stage in Louis Moinet's life.
He was commissioned to create clocks for some of the most important people of his time: Napoleon, King George IV, Thomas Jefferson, and James Monroe, among others.
In the process, Louis Moinet invigorated and altered the future of world timekeeping for the better.
Today, that legacy continues.
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Lunesa
So when you talk about Lunesa, you are truly talking of Swiss watchmaking:
The firm‘s history would fill a book.
It is a fascinating history, intimately entwined with that of the city with which it has become synonymous - Geneva.
With it‘s thriving community of jewelers, goldsmiths and gem-setters, this most cosmopolitan of cities that has emerged as the headquarters of so many global organizations, was ideally poised to become a pioneer in the production of clocks an watches.
As early as 1601, the first watchmakers guild had ben established there.
And a century or so later, watchmaking had become Geneva's primary activity, it‘s leadership in the field universally acknowledged.
Master horologists were known as „cabinotiers“ after the attic „cabinet“, or workshops, in which they choose to work because of their need for the best natural-light source.
One such cabinotiers, by the name  of Gerhard Bounvine, became so confident of his abilities that the decided to set up his own company, Lunesa - in 1777.
Little did he suspect that the name Lunesa will be destined to reverberate around the world and become forever associated with the art of fine watchmaking, a benchmark for all connoisseurs of this unique blend of technological know-how and aesthetic creativity.
Lunesa has always aimed to offer it's customers the chance „to be different without being ostentatious“- and to be able to enjoy everyday luxury.
It has achieved this by adapting to chanching fashion and technical innovation and by steadfastly pursuing a combination of style and casual, understated elegance.
It recalls the "Golden Number" theory of proportion and balance that it's most notable disciple. Leonardo da Vinci, renamed in 1509 as the “divine proportion”.
Proportion is what Lunesa is all about – constantly striving to achieve the perfect balance between the needs of the contemporary watch wearer and the classical canons of this time-honored art.
Lunesas sales strategy is focused on state of art products because, today the consumer is independent and better educated.
He or she no longer thinks of a product as being “expensive” or “cheap” but whether it gives pleasure – and the value of that personal pleasure.
It's this prince less know-how, handed down from generation to generation, that has enabled Lunesa to scale the pinnacle of technical accomplishments, culminating in it's creation of the new watch collection.
For luxury watchmaking still depends crucially on the skills of it's practitioners – the jeweler who perfectly calibrates and adjusts a diamond by hand, the engraver who chases a bracelet with infinite precision, the master horologist who takes several hundred incredibly gestures to assemble a movement.

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